SALMO 1
NT
1b Mt 7,13 La via che conduce alla perdizione
1c Lc 6,25 Guai a voi, che ora ridete
3 Mt 12,33 Un albero buono dà buoni frutti
Lc 23,31 Se si tratta così il legno verde...
Ap 22,2 L`albero della vita che dà ogni mese il suo frutto
Gv 15,16 ...che voi portiate frutto...
1Cor 3,9 Il campo di Dio siete voi
6 Lc 1-3,27 Io non so donde voi siate; via da me voi tutti, operatori d`iniquità
PP
1 ORIGENE: Quale inizio del Salterio potrebbe essere migliore di questa profezia e lode dell`uomo perfetto, nel Salvatore! Il Figlio unigenito è la sapienza ed è chiamato albero della vita in Pr 3,18 Origene riporta lezione beffardi: coloro che sono saggi e prudenti ai loro occhi e deridono gli altri, cominciando da quelli che sono più saldi nella fede. (La maggior parte dei Padri usa la lezione la cattedra dei pestilenti).
BASILIO: Il salmo 1 è la base che sostiene tutto l`edificio del Salterio.
GREGORIO NISSENO, Tr. 1 in Ps, c. 1: Anzitutto dobbiamo considerare a cosa tende il discorso, qual è il fine... Il fine della vita virtuosa è la beatitudine. E il vero beato è Dio, come dice 1Tm 6,15s Beato e unico sovrano, re dei re, signore dei signori, I`unico che possiede l`immortalità, che abita una luce inaccessibile e che nessuno degli uomini vide, né può vedere, al quale s`appartiene onore e potere sempiterno! A mio parere, questa è la definizione di beatitudine.
Ma tra gli uomini è beato colui che assomiglia a Dio per la comunione con lui e la partecipazione alla sua vita. Questa dunque sarà la definizione della beatitudine umana: una somiglianza alla beatitudine divina.
Tr 2, c. 8: Il salmo 1 è un`introduzione alla filosofia spirituale: ci ammonisce ad allontanarci dal maligno e ad accostarci al Buono, così da tendere alla somiglianza con Dio. Il salmo 1 è, in una certa misura, il titolo del salmo 2.
c. 11: Il salmo 1 distoglie l`uomo dalla parentela contratta col male.
EUSEBIO: Ogni uomo desidera la beatitudine; ecco perché questo primo salmo descrive chi è veramente beato. Il primo beato è il Salvatore. Questo salmo parla di lui, di lui che è lo sposo della Chiesa; la sfumatura sposo resa, in ebraico, dall`articolo.
ILARIO: E` stupendo questo salmo come inizio del Salterio: esprime la speranza della beatitudine, la minaccia del giudizio, la promessa della incorporazione al mistero di Dio.
EFREM, Hymni, Lamy 3, 988: I due disertori: Adamo ed Eva.
AGOSTINO: Gesù Cristo non ha seguito il disegno dell`empio, come aveva fatto Adamo. Ha rifiutato il regno terrestre, mentre il ribelle aveva voluto ergere il suo trono verso Aquilone (cfr. Is 14,13).
ARNOBIO IL GIOVANE: Adamo se ne è andato in compagnia del serpente e della donna. Vegliamo affinchè il nostro Adamo - la nostra ragione - non se ne vada in compagnia del diavolo e della carne.
BEDA: C`è stato una volta un infelice, e dobbiamo ben guardarci dall`imitarlo. Questi se n`è andato lontano dal suo creatore: l`umanità è stata condotta, dal suo primo padre, nella regione della dissomiglianza. Ma verrà beato, il Nuovo Adamo. Gli uomini dunque compiano ogni sforzo per ritornare e per unirsi al loro capo resistendo al peccato.
1d EFREM, Hymni. Lamy 2, 500:
“ Il maligno invidia Adamo.
Falso amico, si è preso gioco di lui,
offrendogli il veleno nel frutto ”.
Ibid. 4,726:
“ O anima, immagine del regno,
chi dunque si è preso gioco di te
spogliandoti della tua bellezza?
Il Maligno si è preso gioco di me.
Ha preso i miei ornamenti;
e io sono nuda, disprezzata”. (Cfr. Ez 16,15ss).
RUPERTO rende testimonianza alla tradizione patristica sul carattere tragico della derisione condannata. La derisione culminerà ai piedi della croce, quando i beffardi scherniranno la Sapienza incarnata. De Op. Spir. Sancti, S. C. 131, pp. 203-207: Una Sapienza così grande è derisa, e derisa dai figli della follia. I loro insulti, li abbiamo letti: gli sputarono in faccia, lo colpirono con percosse e schiaffi. Lo vestirono con un manto rosso, gli posero sulla testa una corona di spine e una canna in mano; piegando il ginocchio lo schernivano: Salve, re dei giudei! Sulla croce, lo beffarono ancora di più: Ah, tu che distruggi il tempio di Dio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso!... Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se è il re d`Israele, scenda ora dalla croce, e crederemo in lui (Mt 27,40ss).
Giobbe, in figura di Cristo, condannava già questi figli della follia che schernivano la sovrana Sapienza: Chi è deriso, come me, dal proprio amico, invocherà Dio che l`esaudirà (Gb 12,4). Giobbe intende dire: Il Cristo sarà schernito dal suo amico, il popolo ebraico, che è del suo sangue. Infatti questo popolo, con una follia stupefacente, giunse a maledire colui del quale aveva condiviso la mensa; derise il crocifisso di cui prefigurava il sacrificio nelle cerimonie del tempio. Gli scribi e i farisei derisero, mentre moriva, colui che, tutti i giorni, leggendo i profeti, proclamavano: Il grande re, il re dei re.E come gli amici di Giobbe, alzando gli occhi, non lo riconobbero, essi non riconobbero, o piuttosto non vollero riconoscere, che era quello il Messia promesso ai loro padri.
Giobbe dunque annuncia, con parole profetiche: C`è un altro che, come me, sarà deriso dall`amico. In questo scherno, invocherà Dio e Dio l`esaudirà, fino a coronare questa derisione stessa, di gloria e di onore. Come oggi viene insultato il mio dolore, in quel giorno si insulterà la semplicità del Giusto. Lo si befferà perché si lascia condurre al macello come una pecora e perché, come un agnello davanti al tosatore, egli non apre la bocca (cfr. Ger 11,19). Si penserà che questo è ridicolo.
2 ORIGENE: Meditate la legge del Signore, sia che mangiate, sia che beviate, e anche durante la notte. Cita 1Ts 5,17: Pregate sempre. In senso allegorico, la tranquillità è il giorno e la notte è figura delle prove della vita.
GREGORIO NISSENO, Tr. 1 in Ps, c. 9: Questa corsa verso la beatitudine non si fa grazie all`abilità dell`uomo, ma per la sollecitazione della speranza, che ogni giorno cammina innanzi al nostro desiderio. Quando si raggiunge questa beatitudine, che non si può in alcun modo esprimere, la speranza cessa.
EUSEBIO: La legge del Signore è quella di Mosè ma anche, prima di essa, la legge naturale. Quando fanno per natura le cose della legge, costoro non aventi legge sono legge a se stessi (Rm 2,14). Dopo il Vangelo, la legge è il Vangelo.
GIROLAMO: Meditate questa legge non soltanto leggendola, ma anche mettendola in pratica.
3 EUSEBIO: L`albero è, a un tempo, il Figlio di Dio - vicino ai fiumi delle divine Scritture che lo annunciano - e il giusto che, sempre unito alla legge divina, è irrigato da tutti i fiumi spirituali. Il suo tempo è il secolo futuro, essendo la vita presente il tempo in cui si coltiva e prepara il futuro.
CIRILLO DI GERUSALEMME, Cat. 1, 4, p. 46: Facciamo degni frutti, affinché possiamo dire con il salmista: Io come olivo fruttifero... (Sal 51,8). Spetta a Dio il piantare e l`irrigare, a te il portare frutto.
GREGORIO NISSENO: Il frutto dell`anima credente è lo Sposo stesso, che essa riflette nella sua vita luminosa.
ILARIO: L`albero della vita è il Cristo. Cita Gen 2,9; Pr 3,18; Mt 12,33; Lc 23,31; Ap 22,2. Tutto ciò che fa, riuscirà bene: l`incorruzione assorbirà la corruzione, l`eternità assorbirà l`infermità, la forma di Dio assorbirà la forma della carne mortale (cfr. 1Cor 15,53s).
GREGORIO MAGNO, Moralia, S. C. 212, p. 157 ss.: nella Sacra Scrittura l`albero è il simbolo della croce, dell`uomo giusto o empio, e talvolta della Sapienza incarnata. Inoltre Gregorio commenta Gb 14,7ss. C`è per l`albero una speranza: qualor venga tagliato, di nuovo rinverdisce, e i suoi rami germogliano; se invecchi nel terreno la sua radice, e nella polvere perisca il suo ceppo, ad un vapor d`acqua rigermina, e getta la chioma come quando fu piantato in principio.
Questo è accaduto al Signore stesso che, nell`ora della sua passione, ha detto: Se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco? (Lc 23,31). Disse questo per far comprendere che egli era l`albero verde e noi l`albero secco.
I suoi rami sono germogliati ovunque, poiché la sua risurrezione ha moltiplicato ovunque i credenti. Si poteva dire che la sua radice era invecchiata nella terra, poiché la sua predicazione fu disprezzata dai giudei, e che il suo tronco morì nella polvere, poiché egli poté essere messo a morte, nella sua carne. Ma all`odore dell`acqua germogliò, quando la sua carne ritornò in vita per la potenza di Dio: la Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, risuscitò la carne morta del Figlio unigenito. E si coronò come una giovane pianta quando i deboli apostoli, che erano stati sconvolti dalla sua morte e l`avevano rinnegato, ripresero animo grazie alla fede, davanti alla gloria della sua risurrezione. In confronto a questo albero verde, ogni uomo non è che polvere.
... Il giusto muore nella polvere, tra le mani dei persecutori. Ma al sentore dell`acqua germoglia, poiché al sofflo dello Spirito semina germi di virtù nel cuore degli eletti, col suo esempio.
RUPERTO, De Op. Spir. Sancti, S. C. 131, p. 247: Annunciando Cristo, Giobbe dice: l`albero ha una speranza; se è tagliato, rigermoglia, e i suoi rami si moltiplicano... Chi è quest`albero, se non colui che, al momento in cui veniva tagliato, diceva: Se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco? (Lc 23,31).
Se lo si taglia, rigermoglia - il terzo giorno - con la risurrezione. Questo perché non c`è mai stato nulla di morto in lui, alcuna traccia di peccato... e molto più perché questo uomo era Dio, la cui vita è eterna.
L`uomo nuovo è dunque l`albero della vita, sempre verde al soffio
dello Spirito della Sapienza. Al fine di produrre il suo frutto per noi -nella vita presente, la salvezza delle anime, e nella vita futura la - risurrezione dei corpi - egli ha permesso che lo si tagliasse, avendo la certezza di germogliare di nuovo, dopo aver vinto in se stesso la frattura violenta della morte corporale che aveva subito.
IPPOLITO, Sulla Santa Pasqua, pp. 78-79: Egli soppianta il legno con il legno e in luogo della mano perversa protesasi empiamente all`origine, egli lascia inchiodare piamente la sua mano immacolata e mostra su di esso tutta la vera Vita appesa... noi ne mangiamo e mangiando non moriamo.
“ Quest`albero è per me di salvezza eterna:
di esso mi nutro, di esso mi pasco.
Per le sue radici io affondo le mie radici,
per i suoi rami mi espando, della sua rugiada mi inebrio,
dal suo spirito, come da soffio delizioso, sono fecondato.
Sotto la sua ombra ho piantato la mia tenda
e ho trovato riparo dalla calura estiva.
Per i suoi fiori fiorisco,
dei suoi frutti mi delizio a sazietà,
e colgo liberamente i frutti fin dalle origini a me destinati.
Quest`albero è nutrimento alla mia fame,
sorgente per la mia sete, manto per la mia nudità;
le sue foglie sono spirito di vita e non foglie di fico
Quest`albero è mia salvaguardia quando temo Dio,
appoggio quando vacillo, premio quando combatto,
trofeo quando ho vinto.
Quest`albero è per me "il sentiero angusto e la via stretta";
è la scala di Giacobbe, è la via degli angeli
alla cui sommità realmente è `appoggiato` il Signore.
Quest`albero dalle dimensioni celesti si è elevato dalla terra al cielo
fondamento di tutte le coseso stegno dell`universo,
supporto del mondo intero,
vincolo cosmico che tiene unita la instabile natura umana,
assicurandola con i chiodi invisibili dello Spirito,
affinché stretta alla divinità non possa più distaccarsene.
Con l`estremità superiore tocca il cielo,
con i suoi piedi rafferma la terra,
tiene stretto da ogni parte, con le braccia sconfinate,
lo spirito numeroso e intermedio dell`aria.
Egli era tutto in tutte le cose e dappertutto”
RUPERTO, De Op. Spir. Sancti, S. C. 131, p. 117: Il Signore aveva piantato un paradiso spirituale, la Chiesa dei santi antichi, i patriarchi e i profeti... Adamo, che bell`albero! lsacco, che bell`albero!... Quanto al secondo Adamo, o meraviglia, è in lui che lo Spirito Santo pose il suo paradiso... questa anima divenne, essa stessa, il paradiso delle delizie di Dio, con l`albero della vita nel mezzo del paradiso, cioè la sostanza stessa del Verbo eterno, e l`albero della scienza del bene e del male, cioè le tentazioni della infermità che aveva assunto da noi...
Ib., S. C. 165, p. 133: Noi leggiamo che, quando fu creato il paradiso terrestre, un fiume usciva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo... Ma ecco che si innalzava il paradiso della nuova creatura, con le radici di un solo e unico albero di vita, cioè la fedeltà e le virtù dell`unico mediatore fra Dio e gli uomini, l`uomo Gesù Cristo. E` lui che il salmista celebra quando dice: Sarà come l`albero piantato alle sorgenti delle acque, che darà il suo frutto a suo tempo
Quest`albero fu piantato lungo i corsi d`acqua, poiché sulla natura deua carne fu innestato il Verbo di Dio, il Dio Verbo, nella pienezza di tutte le grazie, sempre vivente e onnipotente. Questo è l`uomo che iniziò la nuova creazione, il germoglio santo, I`albero della vita.
Ib., S. C. 131, p. 247: Nel momento in cui il Nuovo Adamo si addormentava, sapeva che avrebbe ripreso, col frutto centuplicato della sua obbedienza, lo Spirito che consegnava nelle mani del Padre.
EFREM, Hymni, Lamy 4, 674:
“ Tendete le vostre mani verso il ramo
della Verità, che i superbi non possono raggiungere.
Egli abbassò la sua maestà, discese
per sollevarci.
In questo ramo di Verità si moltiplicano
i figli della Verità.
Cresciuti, giunti a maturazione, portano frutti
di paradiso.
Gesù, piega verso di noi il tuo amore,
lasciaci afferrare questo ramo
che tese i suoi frutti agli ingrati.
Essi ne mangiarono e lo disprezzarono.
Il ramo si inclinò sino all`inferno:
prese Adamo, si rizzò, lo depose
in paradiso.
Benedetto colui che si è chinato verso di noi.
Il ramo ha vinto i re,
stende la sua ombra sul mondo intero.
Noi vogliamo essere crocifissi all`albero
di cui mangiamo il frutto.
Venite, attacchiamoci all`albero
che ci dona il pane di vita.
Benedetto colui che ci accoglie alla sua ombra!
Benedetto colui che ci corona con la sua grazia”.
4 GREGORIO NISSENO, Tr. 2 in Ps, c. 8: Sconfitta la malizia, noi saremo riplasmati secondo il Cristo; e in tutti risplenderà la bellezza che in principio, era quella della nostra natura.
ATANASIO: Gli empi non hanno radici.
GIROLAMO: L`empio sarà così miserabile che la sua polvere non è neppure terra. Non ha niente di solido, tutto quello che ha, lo ha per il castigo. Non resta mai nello stesso luogo: maledizione dell`andar vagando come Caino (Gen 4,16).
5 EUSEBIO e CIRILLO ALESSANDRINO: Davide è il primo che ha parlato di risurrezione.
EUSEBIO: Gli empi risusciteranno, ma per il castigo e la pena eterna.
6 ORIGENE: La Via dei giusti è il Cristo .
EUSEBIO: Secondo la Scrittura, il Signore conosce il bene e non il male.
GREGORIO NISSENO, Tr. 2 in Ps, c. 11: Il salmo 1 distoglie l`uomo dalla parentela contratta col male. Il salmo 2 gli mostra a chi bisogna aderire: pone davanti ai nostri occhi il Cristo manifestato nella carne e ci insegna che il credere in lui sarà la nostra beatitudine.
AMBROGIO cita Lc 13,37: Io non vi conosco.
I CINQUE LIBRI DEI SALMI
GREGORIO NISSENO vede un ordine e una progressione nella classificazione dei salmi in cinque libri.
1° libro: Ci distoglie dalla menzogna e dall`assurdo, per insegnarci a cercare Dio (dal Sal 1 al Sal 40).
2° libro: L`uomo che ha cominciato a gustare la dolcezza di Dio desidera la sua presenza e beve ardentemente alla sorgente divina (dal Sal 41 al Sal 71).
3° libro: Partecipando di Dio, vede l`essere profondo delle cose e s`innalza al di sopra di tutte le cose terrene (dal Sal 72 al Sal 88).
4° libro: Il profeta diviene mediatore, e fa discendere la misericordia di Dio (dal Sal 89 al Sal 105).
5° libro: Alla sommità di questa quinta ascensione, contempla tutto il piano della Salvezza (dal Sal 106 al Sal 150). Alla fine di ogni parte, l`amen, amen esprime una perpetua azione di grazie. Di libro in libro, l`anima giunge alla felicità suprema che sarà comune a tutti: la celebrazione della lode divina (Sal 150). Nell`interpretazione di Gregorio Nisseno, il salmo che apre ogni libro ne esprime il contenuto.
afranusieki