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NT

SALMO 4

 

NT

 

3b              Rm 8,20 La creazione è soggetta alla vanità

              2Tm 3,4 Gli uomini saranno amanti del piacere più che di Dio

5              Ef 4,26 Citazione

7              Ap 7,2-4...aveva il sigillo del Dio vivente... Non danneggiate la terra... fino a che non abbiamo segnato sulle loro fronti col sigillo i servi del nostro Dio... Centoquarantaquattromila segnati

9              Eb 4,10 Chi è entrato nel riposo di Dio, anch`egli si riposa dalle sue opere

 

PP

 

              ORIGENE: Salmo sulla vittoria del Cristo. Il profeta manifesta ai santi e a quanti saranno salvati che essi hanno il compito e l`incarico di pregare e che sarà salvato chiunque invocherà il nome del Signore. La Scrittura chiama tribolazione la prova dei santi, che è per il loro bene: chiama flagello l`awersità che si abbatte sui peccatori.

 

1b              AGOSTINO: Dio, da cui viene la mia giustizia.

              GIROLAMO: Tutto questo salmo si riferisce al Cristo.

 

1c              ORIGENE: Dio mette in salvo il suo fedele non già impedendo ai malvagi di agire, ma dilatando il suo cuore.

 

1d              EUSEBIO: Sta per essere esaudito, ma non cessa di pregare. Chiede di essere esaudito per grazia, non per le opere.

 

2              GREGORIO NISSENO, Tr. 2 in Ps, c. 10: In un certo senso, il profeta interpella tutta la società umana sul suo vuoto; poi egli riceve questa rivelazione: Sappiate che il Signore ha reso mirabile il suo santo. Questo santo è il Signore. Tr. 1, c. 4: I cuori pesanti sanno distinguere la verità dalla menzogna, ma scelgono ciò che non ha consistenza e trascurano le cose eterne.

 

              ORIGENE: Quando i discepoli non agiscono secondo l`insegnamento ricevuto, i maestri dicono che essi hanno lo spirito rozzo e ottenebrato.

 

              EUSEBIO: Pesanti di cuore: quelli che sono lenti ad ascoltare la parola di Dio. Che vi serve seguire la vanità e cercare la menzogna, abbandonando la verità? Sappiate che Dio non abbandona mai i suoi santi. Convertitevi e vi esaudirà, perché egli mi ascolta.

 

              AGOSTINO: Prima della venuta del Figlio di Dio, tutto si può scusare; ma ora che la Verità è presente, voi inseguite ancora la vanità?

 

              BEDA: Pesanti di cuore: deponete le vostre preoccupazioni terrene.

 

3              EUSEBIO: Il suo santo è il Cristo. Non lascerai che il tuo santo veda la corruzione (Sal 15,10).

 

              GREGORIO NISSENO, Tr. I in Ps, c. 4: Solo la santità è degna d`ammirazione, e non ciò che cercano gli uomini, che esiste solo nel loro vano modo di pensare, che sembra avere in sé l`essere mentre è solo apparenza. Essi vorrebbero vedere: Chi ci mostrerà?...

 

              ORIGENE: Quando griderò a lui: questo grido non esce dalla bocca dell`uomo; anzi l`uomo, raccolto in se stesso nella cella del suo cuore chiude le porte dei sensi e, uscendo completamente da se stesso, lancia questo grido verso Dio, che solo può udire la sua voce. Cita l`esempio di Mosè al quale il Signore disse: Perché gridi verso di me? (Es 14,15, mentre la Scrittura non dice affatto che Mosè abbia parlato.

 

              BEDA: Sappiatelo: è il Cristo che parla.

 

4              ORIGENE: Adiratevi: è il turbamento involontario. Di ciò che dite nei vostri cuori: i peccati della lingua (la parte per il tutto) suscitino in voi la compunzione e vi provochino rimorsi quando vi coricate. Riflettete su ciò che avete fatto durante il giorno, e solo dopo sentitevi tranquilli. Pitra: Prima di abbandonarvi al sonno della notte, pentitevi nel vostro cuore.

 

              AQUILA: Tacete e abbandonate la collera.

 

              EUSEBIO: Li invita a trattenere lo scoppio della collera, se questa li investe con violenza; li persuade a non agire sotto questo impulso anche se hanno di che lamentarsi verso qualcuno (cfr. Gc 5,9). E passi ancora l`essere irritati durante il giorno; ma la sera, quando vi ritirate per andare a dormire, ripensando alla vostra giornata, pentitevi, non seguite la tentazione che vi provoca. Come Aquila afferma, è l`orgoglio la sorgente e la radice del peccato.

 

              CRISOSTOMO: La collera, I`ira e l`irascibilità sono strumenti utili per scuotere la nostra sonnolenza, per dare vigore al nostro animo e renderlo più appassionato. Quando l`uomo è troppo irascibile diventa brutale; quando lo è troppo poco, è un accidioso.

 

              CIRILLO ALESSANDRINO E AGOSTINO: Non peccate: è il peccato esteriore della ribellione. Nel salmo 18, 13 e altrove sarà chiamato, con più precisione, il grande peccato; e Cirillo Alessandrino preciserà che si tratta della trasgressione esteriore, contrapposta al peccato interiore.

 

              AMBROGIO, In Ps 3, 6 al v. 8: Non ti esorta ad andare in collera; è una concessione alla tua passione.

 

              AGOSTINO: Il peccato è l`apostatare da Dio, la ribellione, la defezione.

 

              GIROLAMO E BEDA: L orgoglio è I origine del peccato.

 

              ATANASIO: Sui vostri giacigli, nel silenzio, fate tacere ciò che sale nei vostri cuori.

 

5              GREGORIO NISSENO: Sacrificio di giustizia: nella rivelazione, il profeta ha compreso che si debbono abolire le vittime della legge.

 

              CIRILLO ALESSANDRINO: Il Cristo ha abolito l`ombra e ora è presente la luce della verità. Sacrificio di giustizia è il Cristo.

 

              AGOSTINO: Sacrificio di giustizia è il passaggio dalla vita di peccato alla vita nuova.

 

              ORIGENE: Dobbiamo elevarci dai beni dell`antica alleanza (cfr. Dt 28-30) ai beni spirituali. Pitra: La gioia del              cuore proviene dalla contemplazione di Dio.

 

6              EUSEBIO: Coloro che scelgono le vanità della vita e non sperano né credono di vedere un giorno i veri beni, dicono: Chi ci mostrerà i beni? Essi non li vedono perché non sono illuminati dalla luce del tuo volto. Ma noi, che siamo segnati dalla luce del tuo volto, sappiamo chi ce li mostrerà e chi ce li darà.

 

              GREGORIO NISSENO, Tr. 1 in Ps, c. 4: Chi volge lo sguardo verso Dio, disprezza queste ricchezze di schiavi: allora il suo sguardo è illuminato e percepisce l`esultanza che emana dal volto di Dio. Hai dato gioia nel mio cuore: gioisco della tua presenza. Questo salmo mostra che, vivendo così, si trova la pace e la tranquillità, nella speranza che viene dalla comunione con Dio.

 

6b              ORIGENE: Che cosa è questo segno, se non una comunicazione della divinità?

 

              GREGORIO NAZIANZENO, Or. 40, 36, PG 36, 410: Ciò vuol dire che i segni dell`illuminazione del battesimo sono impressi e riconosciuti.

 

              CIRILLO ALESSANDRINO: Il volto del Padre, la cui luce è stata impressa in noi, è il Figlio, splendore della sua gloria. Ci ha segnati per conformarci a lui. A quelli che credono, ha infuso l`illuminazione del suo Spirito come un`immagine divina.

 

              AMBROGIO: Dio, la cui immagine è il Cristo, ci ha segnati.

 

              AGOSTINO: I credenti sono come una moneta che porta l`immagine del re. Come Cesare esige da voi la moneta che porta la sua effigie, cosi` Dio richiede a voi la sua immagine. A Cesare si paga il tributo; a Dio, si rende un`anima illuminata, che porta l`impronta della luce del suo volto.

 

              GIROLAMO: Chi ha il volto segnato dalla luce del Signore, contempla Dio a capo scoperto. In Ez 9,4, Dio ordina di segnare la fronte di coloro che piangono.

              BEDA: Le nostre virtù ci rendono simili a Dio.

 

7              EUSEBIO: Frumento e vino sono le benedizioni comunemente descritte nelle Sante Scritture. Questi beni sono figura delle benedizioni future (cfr. Col 2,16s ). Eusebio interpreta multiplicati sunt (V) come la dispersione di coloro che non vogliono confidare totalmente in Dio.

 

              GREGORIO NAZIANZENO, Or 14, 21, PG 35, 886: Il profeta ci invita a non attaccare la nostra anima alle cose che si vedono, né a misurare la felicità con la sazietà del frumento e del vino.

 

              AGOSTINO: Multiplicati sunt (V): dispersi, non possono cercare Dio in semplicità di cuore. La molteplicità è un avversario dichiarato della semplicità. Unità e semplicità sintetizzano tutto il commento di Agostino sulla fine del salmo.

 

              BEDA: I malvagi si dissipano, si disperdono; ma io dormirò, cioè mi ritirerò dalle preoccupazioni di questa vita. Mi riposerò in idipsum (V), cioè in questa pace che non conosce turbamenti.

 

8              In idipsum (V)

 

              EUSEBIO: Mi coricherò e dormirò: è il riposo dell`anima dopo la più alta contemplazione ed è pure il sonno della morte. A coloro che camminano per la via larga, il vino, l`olio e il grano che essi considerano come i soli beni; ma a me, la gioia spirituale.

 

              CRISOSTOMO: Che vuol dire in idipsum? Questa espressione vuol dire: tutto raccolto in me stesso, non diviso né disperso in mille preoccupazioni... Chi è libero dalle sollecitudini del secolo presente, riposa tranquillo: si sazia dei piaceri della sapienza.

 

              ILARIO suddivide così:

              Dedisti laetitiam in corde meo

              a tempore frumenti et viini et olei sui

              multiplicati sunt in idipsum.

 

              AGOSTINO: Dobbiamo essere soli e semplici, cioè separati dalla folla, amanti dell`eternità e dell`unità. L`uomo fedele esulta e dice: in pace in idipsum, esprimendo così che il suo animo è estraneo alle cose terrene. (Questo per quanto riguarda il salmo 4).

              Esp. sul Sal 18,1, al v. 11: Agostino ha la lezione in idipsum invece di in semetipsa, e traduce: I giudizi del Signore sono veri, giusti in idipsum, cioè destinati non alle liti che dividono ma alla comunione nell`unità. In idipsum: lo Spirito Santo.

              Esp. sul Sal 121, al v. 3: Che significa la parola idipsum? Esprime ciò che è immutabile, non ciò che si presenta ora in un modo, ora in un altro. Che è l`idipsum, se non ciò che è, ciò che è eterno?

 

              GIROLAMO: In Ps 4: Idipsum: a un tempo. In Ps 61: In idipsum: in Cristo. In Ps 121: In idipsum: nell`unico corpo della Chiesa, per mezzo del Cristo.

 

              CIRILLO ALESSANDRINO: In idipsum, cioè con gli altri santi.

 

8c              Singulariter

              ORIGENE: Se questo è detto della persona del Cristo, si allude a un luogo unico nel suo genere. Se questo è detto del profeta, questa espressione vale a: da solo

 

              CRISOSTOMO: Ciò vuol dire: separato dagli empi; ho la pace presso di te, io abito separato... A che cosa attribuisci la santità irraggiante di coloro che abitano nel deserto? E cita Geremia: E` bene per l`uomo l`aver portato il giogo fin dalla sua fanciullezza: sederà solitario e silenzioso (Lam 3,27).

 

              CIRILLO ALESSANDRINO: La sorte dei santi, di coloro che sono distinti, messi a parte, scelti e separati.

 

              AGOSTINO: La molteplicità perisce ma i santi custodiscono l`unità. Cita At 4,32: La moltitudine dei credenti era un cuor solo e un`anima sola.

 

              BEDA: In sepe (V), si contrappone a in re.

 

              PASCASIO RADBERTO, In Mt, PL 120, 961-962: Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio (Lc 23,46). Affida un deposito prezioso a Dio Padre che governa tutte le cose. L`affidarsi del Figlio all`amore del Padre, è armonia perfetta: poiché il Padre non ha nulla di più caro del Figlio e, per il Figlio, nulla è più grande del Padre. Il Padre e il Figlio sono consustanziali, la loro uguaglianza è perfetta, essi sono uniti da un solo amore che è lo Spirito Santo. Con certezza assoluta, ciò che il Figlio affida al Padre non è perduto, ma al contrario è ben custodito: lo spirito del Figlio consegnato al Padre è un deposito al sicuro, un pegno in buone mani; è per questo che il Figlio dice nel salmo 15,10: Tu non abbandonerai la mia anima all`inferno né lascerai che il tuo santo veda la corruzione

              Solo il Padre può accogliere il Cristo Figlio di Dio. Solo il Padre è abbastanza grande perché il Cristo affidi nelle sue mani il proprio spirito, che contiene tutti i tesori della sapienza e della scienza.

              E chinato il capo, consegnò lo spirito (Gv 19,30 ). Consegnarlo, non è perderlo il Cristo non l`ha perso, I`ha consegnato, perché aveva il potere di consegnare il suo spirito quando voleva, a chi voleva e come voleva: Ho il potere di dare la mia vita e il potere di riprenderla (Gv 10,18). Le due cose erano in suo potere, perché la potenza del Padre e del Figlio è una. Quando consegnò lo spirito al Padre, questo non sfuggì al suo dominio poiché anche il Cristo è Dio. Il Cristo Figlio di Dio è morto ed è stato sepolto, per fondare il sacramento della nostra salvezza. Poiché il chinare il capo e il consegnare lo spirito, affidandolo al Padre, è compiere la parola: Ho il potere di dare la mia vita e ancora: In pace a un tempo mi coricherò e dormirò. In questo sonno della morte, il Cristo dormì e riposò più sicuro di quanto non siamo noi nel nostro sonno quotidiano. Ha fatto questo per invitarci alla stessa pace, a un sonno e a un riposo pieno di speranza e alla gloria della risurrezione. Dunque fratelli miei, se comprendiamo che cosa vuol dire rendere o consegnare lo spirito nelle mani di Dio, fin d`ora vegliamo sulla nostra condotta, affinché nell`ora della morte possiamo chiamare il Padre a voce alta, chinare il capo e consegnargli il nostro spirito nella pace, riposando ormai nel suo seno.

 

              RUPERTO, De Op. Spir. Sancti, S. C. 131, P. 245: Allora il nuovo Adamo si addormentò- e addormentandosi disse: Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito (Lc 23,46 ). Era sicuro, quando parlava così, sicuro e certo che avrebbe presto recuperato il suo deposito. Nel momento in cui si addormentava, non ignorava la prontezza con cui si sarebbe risvegliato e con quale prontezza avrebbe ripreso il suo spirito, che ora rimetteva nelle mani del Padre.

 

NOTA SUL RIPOSO

 

              Riposo di Dio - del Cristo - della creatura. Questo riposo riguarda i salmi 3; 4; 14; 15; 45; 54; 56; 91; 94; 114; 131; 138; 149.

 

              CRISOSTOMO, In Gen 10,7, PG 55, 83: Benedisse il settimo giorno e lo consacrò, cioè lo mise a parte, perché in esso Dio aveva cessato da ogni opera che aveva creata e fatta (Gen 2,3). Fin dall`inizio, Dio ci fa comprendere, anche se in modo velato, che bisogna scegliere un giorno intero nell`arco della settimana e consacrarlo al culto. Ciò non è contrario a Gv 5,17: Il Padre mio opera fino al presente ed io opero come lui. In Ep. ad Eb 6,3 PG 63, 57: In Eb 4,9, Paolo non dice riposo ma sabato, usa il nome proprio, il nome della festa. Chiama sabato il regno.

              Come Dio si è riposato da tutto il lavoro che aveva fatto, così è per chi è entrato nel suo riposo.

              Quando dice ai giudei: Non indurite i vostri cuori come i vostri padri, non parla della Palestina né del sabato dell`antica legge, ma di un altro riposo, che è quello vero (cfr. Eb 4,7ss): in questo non ci sono dolore, tristezza e gemiti; non ci sono più angoscia, fatica o tormenti, ma solo il timore di Dio che dona felicità eterna all`anima.

 

              AGOSTINO, Gen. ad litt. 4, 6, PL 34, 301 ss.:

              - c. 8 E` scritto che Dio si riposò nel settimo giorno da tutto il lavoro che aveva fatto; egli benedisse questo giorno e lo consacrò perché si riposò in se stesso.

              In primo luogo, non si può credere che Dio si sia affaticato nell`opera della creazione. Anche un uomo non si stancherebbe per dire fiat; a maggior ragione, Dio.

              - c. 9 Si può capire invece come Dio doni il riposo in sé all`uomo; la carità diffusa nei nostri cuori (cfr. Rm 5,5 ) ci sospinge verso di lui così che, quando saremo arrivati, ci riposeremo.

              - c. 10 La Scrittura, parlandoci del riposo di Dio, ci suggerisce di sperare il nostro futuro riposo in lui; ma noi abbiamo il dovere di cercare di conoscere se egli stesso ha potuto riposare.

              - c. 11 Il sabato giudaico fu prescritto come figura di quello futuro, come tipo del riposo spirituale che Dio, con questo segno misterioso, prometteva ai suoi fedeli per le loro opere buone. E il Cristo Signore che soffrì la passione quando lo volle, confermò il mistero di questo riposo con la sua sepoltura. Infatti, nel sabato, si riposò nel sepolcro: questo giorno fu per lui di santo riposo, dopo aver compiute tutte le sue opere nel sesto giorno, quello della Parasceve. Infatti usò questa stessa parola quando disse: Consummatum est (Gv 19,30). Che cosa stupisce se Dio ha voluto annunciare in questo modo il giorno in cui il Cristo si sarebbe riposato dalle sue opere per un giorno?

              - c. 12 Il Signore dice: Il Padre mio opera fino al presenfe ed io opero (Gv 5,17). Dio sostiene tutte le sue opere altrimenti non potrebbero sussistere. E` in lui che noi viviamo, ci muoviamo e siamo. (At 17,28).

              - c. 13 Ora noi vediamo le opere buone di Dio, ma il suo riposo lo vedremo dopo che avremo compiuto le nostre opere buone. E` questo che ha voluto esprimere quando ha comandato al popolo ebreo d`osservare un giorno di riposo (cfr. Es 20,8).

              Una volta venuto il tempo della grazia, il fedele riceve e comprende il sacramento del battesimo come il giorno del riposo del Signore nel sepolcro: riposa dalle opere passate per camminare in novità di vita (cfr. Rm 6,4), riconoscendo che Dio opera in lui, che Dio a un tempo opera e si riposa, a un tempo govema tutta la creazione e ha in se stesso la pace eterna.

              - c. 14 Dio non si stanca creando, non si riposa cessando di creare, ma per mezzo della Scrittura ha voluto esortarci a desiderare il riposo col farci conoscere che ha santificato il giorno in cui si è riposato da tutte le sue opere. Infatti in nessun altro luogo della Scrittura si legge che egli abbia santificato qualcosa né in principio, né in qualsiasi altro giorno della creazione. Ma ha voluto santificare il giorno in cui si riposò da tutte le sue opere come se per lui, che non si affatica nell`operare, il riposo avesse più valore dell`azione. Ed è questo che egli dice agli uomini nel Vangelo, quando afferma che Maria ha scelto la parte migliore. Tuttavia Marta faceva un`opera buona... (cfr. Lc 10,39ss).

              - c. 15 E` tale l`infermità della nostra anima che essa si compiace delle sue opere, o piuttosto si compiace in esse invece di riposarsi da esse. La scrittura dice che Dio si riposò da tutto il lavoro che aveva fatto: Dio ci fa comprendere così che egli non si è compiaciuto delle sue opere come uno che avesse bisogno d`agire, che si fosse sentito prima frustrato e poi soddisfatto. Tutto ciò che è creato da lui gli deve l`essere; ma egli non deve la sua felicità a nessuno... Non ha santificato il giorno in cui ha cominciato la creazione né il giorno in cui l`ha completata - perché la sua gioia avrebbe potuto apparire come potenziata dall`azione - ha santificato il giorno in cui si è riposato da tutto il lavoro che aveva fatto, il giorno in cui si è riposato in se stesso.

              - c. 16 Perché è buono e onnipotente, ha fatto tutte le opere sue molto buone. Perché è perfettamente felice in se stesso- sorgente di ogni bontà - si è riposato in se stesso da tutte le cose buone che aveva fatto.

              - c. 17 Se noi volessimo somigliare a Dio riposando anche noi in noi stessi dalle nostre opere, questa non sarebbe una buona somiglianza. Dobbiamo riposarci in un bene immutabile e questo bene immutabile è il nostro Creatore. Il nostro riposo sarà perfetto e senza orgoglio se, mentre egli si riposa dalle sue opere in se stesso, anche noi ci riposiamo da tutte le opere - non solo le nostre ma anche le sue - nella speranza di riposare in lui solo. E poiché noi riconosciamo come proveniente da lui tutto quello che facciamo di buono, è lui che si riposerà dalle sue opere, quando ci darà di riposare in lui. E una cosa grande il vivere per lui, ma è ancora più grande il riposare in lui.

              - c. 18 Per lui, il riposo non ha né mattino né sera, perché non ha né inizio né fine; ma per le sue opere create c`è un mattino e non c`è una sera: infatti la creatura comincia, per così dire, a volgersi verso il riposo del suo Creatore, ma non ha un punto d`arrivo, un termine alla sua perfezione. E così inizia il riposo di Dio, non per se stesso, ma per la perfezione delle cose che ha create, afflnché in lui cominci a riposare e ad avere il suo mattino quello che da lui è stato creato. Infatti la creatura, nel suo genere, è delimitata come da una sera: ma in Dio non può avere sera, perché non ci sarà mai nulla di più perfetto di questa perfezione.

              Nei giorni della creazione, ogni sera una creatura era compiuta. Ma quando la creazione fu completa, dopo la sera ci fu un mattino che non doveva iniziare la creazione di alcuna creatura, ma iniziò il riposo di tutta la creazione nel riposo del Creatore.

              Questo riposo di Dio non ha né inizio né fine; quello della creatura ha un inizio ma non ha una fine: è così che, nella creazione, il settimo giorno inizia col mattino ma non ha la sera.

 

              RUPERTO, In 4 Ev, PL 167, 1568-1570:

              - c. 29 La settima età si estende fino alla fine del mondo, fino al giorno della risurrezione universale. E` il segreto del mondo invisibile, ove le anime degli eletti, dopo aver deposto i loro corpi, si riposano in Dio in un sabato beato: tutte le anime che, nel corso delle sei età del mondo, hanno meritato d`entrare nello stesso riposo, sebbene in dimore diverse. Questo riposo si chiama Sabato - parola che vuol dire riposo - ed è effettivamente un riposo, perché gli eletti non compiono alcuna opera in esso ma, avendo ricevuto la ricompensa delle loro fatiche, celebrano una festa in un riposo beato. Si dice che il sabato legale sia stato dato al popolo della circoncisione come tipo di questo sabato celeste; e tutto ciò che la lettera della legge dice del sabato terreno, l`uomo spirituale deve intenderlo spiritualmente.

              La ragione per cui esistiamo e l`utilità del tempo presente sono finalizzati al compimento di opere buone; ma la durata eterna dell`altro secolo è riservata al riposo degli eletti e ha il privilegio della legge del sabato, che non ha né variazioni né mutamenti.

              In questo riposo, Dio è entrato per primo; la Scrittura ne rende testimonianza quando dice: E finì Dio al settimo giorno l`opera da lui creata; e si riposò al settimo giorno da tutto il lavoro che aveva fatto (Gen 2,2). L`apostolo aggiunge: Chi è entrato nel riposo di lui, anch`egli si riposa dalle opere proprie, come Dio dalle sue. AIfrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo (Eb 4,10).

              - c. 30 In verità il Cristo, dopo la fatica della sua passione, si è riposato in questo riposo del settimo giorno; e, risuscitando dai morti, è entrato nell`ottavo giorno.

              Aggiungiamo che, dopo la fatica della sua passione e della sua morte, Dio si è riposato in questo sabato e l`ha fatto suo: perché Dio era nel Cristo. E poiché giustamente si dice, in virtù dell`unità della persona, che Dio ha sofferto quando il Cristo ha sofferto e si è speso fino alla morte, noi diciamo con stupore che Dio si è riposato quando l`anima del Cristo, liberata dal corpo per mezzo della croce, si è riposata: questa anima umana che il Verbo non ha mai lasciato, dopo averla assunta con l`incarnazione. Dunque Dio si è riposato dalle sue opere nel suo sabato, quando il Cristo Dio e uomo si è riposato, quanto all`anima, nel segreto della divinità, quanto al corpo, nel sepolcro della terra.

              Si è felici nel considerare questa disposizione di Dio che opera sei giorni nei sudori della passione e si riposa il settimo giorno, dopo aver deposto la carne. Secondo il racconto evangelico - e noi dobbiamo crederlo - il primo giorno, cioè la domenica, egli entrò nella città di Gerusalemme per andarvi a morire; il secondo e il terzo giorno, il mite Agnello sopportò persecuzioni continue da parte di crudeli persecutori; il quarto giorno fu tradito da un suo discepolo; il quinto, facendo testamento per i suoi figli, mise nelle loro mani l`eredità del suo corpo e del suo sangue; il sesto, egli compì la sua opera morendo in croce; il settimo si riposò nel sepolcro, e in questa età, che noi chiamiamo settima, egli riposò con gli spiriti dei beati fino all`indomani del sabato. Infine, risuscitando dai morti, è entrato nell`otta...

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