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SALMO 68

SALMO 68

 

NT

 

1              Gv 12,27 Padre, salvami da quest`ora!

3              Mt 27,46.50 Gesù mandò un grande grido..e rese lo spirito

              Eb 5,7 Avendo offerte orazioni e suppliche con gran grido e lacrime

4b              Gv 15,25 ... perché si adempisse la Scrittura: Mi hanno odiato senza ragione

4c              Mt 26,59 (I falsi testimoni)

4d              1Pt 3,18 Il Cristo è morto... il giusto per gli ingiusti

16              Lc 24,21 Noi speravamo... invece eccoci al terzo giorno

7              Eb 12,2 Sostenne il supplizio della croce, disprezzandone l`ignominia

7b              Mt 26,67 Gli sputarono in viso... lo schiaffeggiarono

              Mt 27,39 I passanti lo ingiuriavano

              Mc 14,65 Cominciarono a sputargli addosso, a velargli il volto e a colpirlo con pugni

              Lc 22,64 Bendatolo, lo percuotevano in faccia

8              Gv 1,11 E` venuto in casa propria e i suoi non lo hanno accolto

              Gv 9,29 Non sappiamo donde sia

              Gv 7,5 Neppure i suoi fratelli credevano in lui

              Lc 24,18 Sei il solo pellegrino a Gerusalemme...

9              Gv 2,17 I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: lo zelo della tua casa mi divora

9b              Rm 15,3 Come sta scritto: Gli oltraggi di quelli che              oltraggiano te son caduti su di me

              Mt 22,44 Nello stesso modo lo insultavano i due ladroni crocifissi con lui

              Lc 11,15 Egli scaccia i demoni per mezzo di Belzebub

10              Mt 4,2 Dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame

12              Lc 23,10 I principi dei sacerdoti e gli scribi stavano là per accusarlo

              Mt 27,13 Non senti di quantc cose ti accusano?

              Lc 23,34 Padre, perdona loro

              2Cor 6,2 Ecco ora il tempo accettevole

              Ef 1,10 Piacque a Dio di ricapitolare in Cristo tutte le cose

17              Mt 27,46 Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

20              Gv 16,32 L`ora viene... in cui voi mi lascerete solo

              Mt 26,40 Non siete stati capaci di vegliare un`ora sola con me?

              Mt 26,56 Tutti i discepoli l`abbandonarono e fuggirono

21              Mt 27,34 Gli diedero a bere del vino misto con fiele

21b              Gv 19,28-29 Gesù, sapendo che tutto era compiuto, affinché si adempisse la Scrittura, disse: Ho sete... Quelli, messa una spugna piena d`aceto su un issopo, gliel`accostarono alla bocca

22-23              Rm 11,9-10 (Cita questi versetti e li applica ai giudei infedeli)

24              1Ts 2,16 E` giunta su loro la collera di Dio

25              Mt 23,38 La vostra casa vi sarà lasciata deserta

              At 1,20 (Citazione)

26              Rm 8,32 Non risparmiò il proprio Figlio

              Mt 26,31 e sinottici Percuoterò il pastore

28              Ap 3,5 Non cancellerò il suo nome dal libro della vita

              Ap 13,8 ... il cui nome non è scritto nel libro della vita

34              Ap 5,13 Ogni creatura che è nel cielo e sulla terra e sotto terra e sul mare... udii che dicevano: A colui che siede sul trono e all`Agnello, la benedizione e l`onore e la gloria...

 

PP

 

              ILARIO: Descrive il dramma della passione del Cristo (vv. 1-29); poi indica, a grandi linee, il fine della passione che c la salvezza del mondo, la lode di Dio e la beatitudine della Gerusalemme celeste (vv. 30-36). Ne diamo un riassunto.

              Questo salmo contiene il mistero della passione del Signore. Parla il Cristo, che ha sperimentato fino in fondo la sofferenza dell`uomo. Tutto il mare della sofferenza umana penetra fino alla sua anima e grida: Salvami (v. 1). Perché penetrasse in lui un turbamento tanto grande per le miserie dell`uomo, fu necessario che si svuotasse della sua natura divina e della sua forma di Dio per assumere la forma d`uomo e di schiavo.

              Sono stato confitto nella melma dell`abisso (v. 2). Il primo uomo fu fatto di fango; il secondo Adamo discese dal cielo fino alle profondità di questo fango, vi affondò, come una freccia scagliata dall`alto si conficca in terra. Svuotato di se stesso, discese non solo fino alla carne, ma fino alla fossa della morte. Tutto il terrore della tempesta che infuriava contro di noi pesò su di lui. Giona, figura del Cristo, usa immagini analoghe.

              Scendendo dunque nelle profondità della morte, il Cristo fu sommerso dalla tempesta mortale, fu piegato dal furore delle potenze avverse (il mare e i suoi flutti, nella Scrittura, spesso sono simbolo delle potenze avverse e dei mali che si abbattono sul giusto).

              Prendendo su di sé le nostre infermità, portando i nostri peccati, parla come un uomo sfinito, lui che nella sua umanità ha conosciuto la fatica, il sonno, la fame e la sete: la sua gola è rauca e i suoi occhi si consumano a forza di sperare nel suo Dio. Tutto questo e simbolo della intensità della sua invocazione e della sua speranza (v. 4)

              Mentre opera la salvezza del genere umano, incontra solo l`odio gratuito (v. 4cd). Paga il debito del peccato che non ha commesso e quelli che glielo estorcono sono gli stessi che portano questo debito nelle loro membra (Rm 8,2: La legge del peccato che è in me).

              Allorché portava a compimento il consiglio eterno della sapienza divina, fu considerato uno stolto; ma Dio, tu conosci la mia stoltezza! (v. 5). Stoltezza di pagare il debito di altri, e fino alla follia della croce!

              Il principe di questo mondo, venendo, non troverà colpa in lui ma esige ugualmente tutta la pena del peccato, tutto il debito di morte degli altri uomini.

              Tuttavia, come la supplica dei santi chiedeva che ogni uomo fosse riscattato dal Cristo e divenisse primizia della risurrezione, egli prega perche non restino confusi nella loro speranza quelli che sperano in lui (v. 6), poiché molti profeti e giusti han desiderato di vedere le cose che voi vedete (Mt 13,17).

              Dichiara dunque con forza che non è venuto a fare la sua volontà ma quella del Padre: A causa tua ho sopportato l`obbrobrio, estraneo sono divenuto ai miei fratelli, perché lo zelo della tua casa mi ha divorato (vv. 7-9). Anche Giovanni ricorda questo nel suo Vangelo (2, 17).

              - Nel Figlio unigenito di Dio, l`infermità umana non era connaturale ma assunta: è dunque per obbedienza a Dio ch`egli sopporta l`oltraggio quando assume un corpo che non è secondo la sua natura, quando il Padre lo fa peccato (cfr. 2Cor 5,21), quando obbedisce fino alla morte, quando ci si beffa di lui dicendogli di salvare se stesso, lui che ha salvato gli altri (cfr. Mc 15,31), quando è insultato, percosso e coperto di sputi (cfr. Mc 15,18s).

              - Così, coperto di vergogna per obbedienza a Dio, diviene un forestiero per i figli di sua madre. Quando rovescia le tavole dei venditori nel tempio è perché lo zelo della casa di Dio lo ha divorato: è il sacro sdegno dell`amore che ci tocca davanti a una offesa fatta a quelli che amiamo. In questo modo attira su di sé tutte le maledizioni degli uomini, le accuse che abitualmente si rivolgono ai nemici di Dio, si fanno ricadere su di lui (v. 9b): lo si chiama Beelzebub e lo si considera un bestemmiatore, un indemoniato (cfr. Rm 15,3).

              - Il diavolo gli rimprovera il suo digiuno. I giudei gli rimproverano le sue lacrime per Lazzaro: in verità, è per la loro mancanza di fede ch`egli piange. Poiché sa che risusciterà Lazzaro, ma sa anche che questa risurrezione non servirà per confermare la loro fede. Il salmo ricorda i canti dei bevitori di vino per dire che non c`è nessuna categoria di persone che non abbia parlato di lui; del resto, il Vangelo lo conferma. Cleofa rispose allo sconosciuto: Tu solo, stando a Gerusalemme, non sai quanto vi è accaduto in questi giorni? (Lc 24,18).

              - Ma mentre gli rivolgevano questi lazzi, questi sarcasmi, queste ciarle, queste ingiurie, il Cristo portava a compimento il mistero della salvezza. Invoca da Dio la salvezza per l`uomo che assume: E` il tempo del beneplacito, o Dio. Nell`abbondanza della tua misericordia, esaudiscimi, nella verità della tua salvezza. Salvami dal fango... non serri su di me il pozzo la sua bocca (vv. 13-15). Tutti gli altri non hanno occhi che per le sue umiliazioni e il suo supplizio mentre lui, con la sua preghiera, è proteso verso Dio. Porta su di sé le nostre infermità: per quanto piegato sia dal loro peso, prosegue nel compimento della sua opera. E` il dono della misericordia celeste che vuole acquistare per noi. Infatti ha preso su di sé le nostre infermità, perché lo ha voluto.

              - Ricorda a Dio che è giunto il tempo della benevolenza predetto da Isaia 49, 8: è il tempo in cui il Figlio unigenito di Dio, nel sangue del nostro corpo, deve riconciliare a Dio tutto ciò che è nei cieli e sulla terra; è il tempo in cui la sapienza di Dio, nascosta in passato e sconosciuta ai principi di questo mondo, dev`essere rivelata a lode della gloria di Dio; è il tempo in cui tutte le genti saranno incorporate al Cristo e avranno parte con lui all`eredità; è il tempo in cui le potenze avverse saranno confuse, la morte morirà per aver attaccato Dio, la legge del peccato che è nelle nostre membra scomparirà e ogni creatura attenderà la rivelazione dei figli di Dio. Invoca dal Padre il compimento di tutte queste cose, frutto della mia risurrezione.

              - Non distogliere il tuo volto dal tuo figlio (v. 17). Parla e soffre come un uomo. Ma quando dice: A causa dei miei nemici liberami, va al di là della condizione umana. Tu conosci il mio obbrobrio (v. 19): in quel momento, il Padre era il solo a sapere che il Figlio portava su di sé l`obbrobrio di tutto il genere umano. Ciò che dice, equivale al grido del v. 5: Tu conosci la mia stoltezza. Infatti il Cristo ha desiderato le sofferenze di quest`ora: Ho desiderato grandemente di mangiare questa pasqua con voi (Lc 22,15), ed è proprio questo suo desiderio che compie il tempo del beneplacito.

              - Pur proteso al compimento della sua passione per la nostra salvezza, ha ancora in sé un altro desiderio: Ho tanto atteso chi soffrisse con me, e non c`è stato (v. 20). Non cerca tanto la consolazione quanto la fede del consolatore. Era venuto a cercare le pecore perdute della casa d`Israele: se qualche osservante della legge comprendendo le profezie di questa passione, avesse potuto restare accanto a lui come consolatore, nel momento in cui tutta la Scrittura si compiva! Qualcuno come Paolo, che più tardi completerà nella sua carne quel che manca delle sofferenze del Cristo (cfr. Col 1,24), sarà sepolto con lui nel battesimo e saprà che il Cristo è il compimento della legge.

              - Gv 19,28 dice testualmente: Dopo ciò, sapendo che tutto era compiuto, affinché si adempisse la Scrittura Gesù disse: Ho sete... Quelli, messa una spugna piena d`acefo su un issopo, gliel`accostarono alla bocca. E Gesù, quando ebbe preso l`aceto, disse: Tutto è compiuto. L`evangelista si preoccupa di dire non tanto che il crocefisso ha avuto sete ma che, per compiere le Scritture, ha detto: Ho sete. E dopo aver bevuto l`aceto, il Cristo stesso testimonia che tutto è compiuto: facendo questo, afferma che egli stesso è la pienezza della legge e dei profeti.

              - La fine della legge: il povero e il dolente entra nella salvezza di Dio (cfr. Sal 21,22: il profeta riceve la rivelazione del frutto de]la passione). Il povero e il dolente è il Cristo stesso che, essendo ricco, si è fatto povero per noi (2Cor 8,9), che ha portato tutti i nostri dolori (cfr. Is 53,4): è lui e non è lui, perché quella non era la sua natura. Il Figlio unigenito di Dio assume la natura umana povera e dolente e la porta con sé nella sua vita eterna: povero e dolente sono io, e la salvezza del tuo volto mi ha soccorso (v. 29).

              La fine della legge segna pure la fine dei sacrifici: il povero e il dolente, soccorso dalla salvezza di Dio, promette il sacrificio di lode che piacerà a Dio più dei sacrifici antichi. Tutti i poveri possono entrare in questa salvezza; al sacrificio di lode, tutta la creazione vi prenderà parte: il cielo, la terra e il mare. La città eterna si costruisce nel cielo e la sua durata eterna è suggerita dalle promesse: Vi abiteranno e la erediteranno.

 

1              EUSEBIO: Salmo strettamente legato al precedente. Il salmo 67, 22 diceva: Farò tornare attraverso le profondità del mare, questo salmo dice: Sono sceso nelle profondità del mare.

 

              CIRILLO ALESSANDRINO: Questo salmo descrive la preghiera del Salvatore come uomo, la sua passione, poi le calamità che si abbatteranno sui giudei, infine la vita evangelica e l`adorazione in spirito e verità. E` la natura umana di Gesù che prega in questo salmo: Il Signore ha esaudito i miseri e i suoi che erano in ceppi non ho disprezzato (v. 33).

 

              ATANASIO: Questo salmo contiene la preghiera del Signore offerta a nome dell`umanità, le cause e le circostanze della sua passione, i castighi che saranno mandati ai giudei e infine annuncia il culto in spirito e verità.

 

              TEODORETO: Salmo che parla del popolo di Israele, cantato in nome degli esiliati di Babilonia. Profetizza pure la passione del Signore.

 

              ILARIO: Salmo della passione del Cristo. Parla il Cristo caricato dei nostri peccati. Dicendo che il Cristo ha bevuto l`aceto per compiere le Scritture e ricordando il versetto: Lo zelo della tua casa mi ha divorato (Gv 2,17), Giovanni elimina tutti i dubbi che potrebbero sorgere: afferma che tutto il salmo deve essere riferito al Cristo. E` il Cristo che parla, conformandosi alla nostra infermità, avendo preso su di sé tutto il carico della miseria umana: è dolente, lui che, come Dio, è estraneo ad ogni necessità, dolore, timore. Si è fatto uomo di carne come noi e parla coi lamenti e le suppliche dei nostri dolori.

 

              AGOSTINO: Il Cristo parla. Riconosciamo nel salmo la passione di nostro Signore.

 

              GIROLAMO: Salmo della passione del Cristo, che ha preso la forma di servo.

 

              CASSIODORO: Questo salmo parla del Signore perché vi si trovano già due versetti del Vangelo: Gli diedero da bere del vino misto con fiele (Mt 27,34) e Lo zelo della tua casa mi ha divorato (Gv 2,17); vi si trova anche la profezia che Paolo applica ai giudei in Rm 11,9: La loro mensa diventi per essi un laccio.

 

              ARNOBIO IL GIOVANE: Tutto il salmo parla del Signore nella sua infermità umana. La tempesta è la passione.

 

1b              ORIGENE: Le acque: i pensieri e le tentazioni.

 

              EUSEBIO: Le acque: come spesso, sono simbolo delle potenze avverse. Cita Mt 7,25: Cadde la pioggia e strariparono i fiumi e i venti soffiarono e infuriarono contro quella casa. Fino all`anima mia: quell`anima che ha il potere di deporre e di riprendere (cfr. Gv 10,18).

 

              CIRILLO ALESSANDRINO: Fino all`anima mia: si è umiliato fino alla morte. Poiché soffre per noi, è logico che chieda di essere liberato dalle tentazioni che penetrano in lui come le acque di un torrente. Giona, figura del Cristo, diceva: Le acque mi hanno circondato fino all`anima (2, 6).

 

              TEODORETO: Le acque: tutte le calamità.

 

              GIROLAMO: Le acque: le agitazioni del popolo adirato.

 

              CASSIODORO: Il Cristo non sfugge la morte, che è nel disegno divino, ma chiede la risurrezione, secondo questo stesso disegno. Ho sofferto volontariamente ciò che i martiri soffrono volontariamente o no, come dice Gv 21,18: Ti condurrà dove tu non vuoi. Le acque: la sommossa del popolo.

 

2              ORIGENE: Il Verbo parla al Padre dal soggiorno dei morti ove è disceso.

 

              EUSEBIO: Come Giona, che è figura del Cristo. Il Signore è sceso nelle profondità del mare, lì ha stritolato le teste del drago. Egli solo aveva il potere di risalirne, come dice il salmo 67, 20: Del Signore Dio sono le uscite dalla morte.

 

              CIRILLO ALESSANDRINO: Il salmista moltiplica le immagini: allude pure agli inferi, ove il Cristo è disceso. Sono sceso: sono io che depongo la mia anima; infatti il Cristo soffre volontariamente la morte, che chiama tempesta.

 

              TEODORETO: Ci sono diversi paragoni abituali alle persone che non trovano espressioni adeguate ai loro mali.

 

              ILARIO: Chi dunque chiede di non morire? Colui che ha preso su di sé l`infermità per salvare. Chiede che la morte non lo trattenga prigioniero. Le acque: i dolori della crocifissione e la malvagità umana penetrano in lui. La causa di questi dolori è nella carne che ha assunto. Dio non poteva attirare su di sé dolore e terrore che nella carne del nostro corpo.

              Non est substantia (V): la natura divina è sempre presente, ma sembra che il Cristo se ne sia svuotato in quest`ora per lasciare tutto il posto al dolore umano. Affonda nel fango della terra d`Adamo, come una freccia scagliata dall`alto si conficca nel suolo. Sono sceso: Discende non solo fino alla carne ma fino al regno della morte. Tutto il terrore della tempesta che infuria su di noi penetra in lui. Le sue due nature, quella divina e quella umana, che sono inconciliabili, si trovano associate nel fango, non per affinità ma per una violenza superiore: è così che ha potuto soffrire, morire e scendere agli inferi col tramonto della morte.

 

              AGOSTINO: Confitto nella melma: è il grano di senape gettato in terra; è un grano di senape piccolissimo che richiama alla mente Is 53,2: Non ha bellezza alcuna. Il Cristo ha voluto la sua passione, ma grida perché prefigura i suoi. La melma è simbolo dell`uomo. Non est substantia (V): non ho ritrovato ciò che avevo creato, cioè un uomo giusto.

 

              GIROLAMO: La melma dell`abisso: i peccati precedenti di questo popolo. La tempesta: la rabbia dei giudei.

 

              CASSIODORO: Il Cristo descrive la sua passione per mezzo di allusioni. Nella melma: è dal fango della terra che Dio ha creato l`uomo. Sono stato confitto richiama il grido: Crocifiggilo, crocifiggilo! (Gv 19,6). Non est substantia (V): il male non è una sostanza. Cita il salmo 38, 5: Substantia mea tamquam nihilum (V): non è quella la sostanza che Dio aveva creato.

 

2c              ILARIO cita Gb 38,17: Si sono forse dischiuse per te le porte della morte, e le porte tenebrose hai tu vedute? e Giona 2, 4.

 

3              EUSEBIO: Il Cristo si è estenuato nel gridare. Gesù gridò: Chi ha sete venga a me! (Gv 7,37); Gesù esclamò e disse: Chi crede in me... (Gv 12,44); Gridò: Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27,46); dopo aver di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito (Mt 27,50)

 

              ILARIO: Parla con le parole dell`uomo affaticato.

 

              GIROLAMO: Mi sono affaticato: per la debolezza della carne, ha sperato che il calice si allontanasse.

 

              CASSIODORO: Mi sono affaticato nel gridare: sono i rimproveri che il Cristo ha rivolto ai giudei, ad alta voce, e le suppliche che rivolge al Padre: Se è possibile, passi da me questo calice (Mt 26,39).

 

3c              TEODORETO: Si sono consumati i miei occhi: sono come chi attende a lungo, sulla strada, l`arrivo di un viaggiatore.

 

4e              ORIGENE: Pagavo ciò che non avevo rapito: ha pagato per noi.

 

              ILARIO: Non era debitore né del peccato né della morte.

 

              GIROLAMO: Non ero debitore della morte e del peccato, ma ho pagato tutto con la mia passione.

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