Francesco Mattesini - Operazione 'Shingle'. lo Sbarco e la Battaglia di Anzio. 22 Gennaio – 4 Giugno 1944 (2019).pdf

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OPERAZIONE “SHINGLE”
LO SBARCO E LA BATTAGLIA DI ANZIO
22 GENNAIO – 4 GIUGNO 1944
La reazione della Luftwaffe e della Kriegsmarine e l’appoggio fornito
dall’Aviazione e dalla Marina della Repubblica Sociale Italiana
FRANCESCO MATTESINI
Una nave della Marina statunitense davanti alla città di Anzio.
Roma Maggio 2019
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La pianificazione e lo sbarco di Anzio e Nettuno
Per aggirare le linee tedesche sul fronte di Cassino e raggiungere Roma con
un’avanzata il più possibile spettacolare e celere, in modo da uscire dal punto morto
in cui stagnava la campagna degli Alleati in Italia, bloccata dai tedeschi nella Linea
“Gustav”, che si estendeva da un punto vicino ad Ortona (in Adriatico) a Cassino, poi
lungo i fiumi Rapido e Garigliano fino a raggiungere l’estremità meridionale del
Golfo di Gaeta, nel dicembre 1944 il Comando Alleato, accettò di realizzare
l’operazione “Shingle”, su insistente richiesta del primo Ministro britannico Winston
Churchill, che la definì “La
zampata del gatto”.
Essa, già discussa nel mese di
novembre per sfruttare il potere navale e da realizzare quando la 5
a
Armata
statunitense fosse stata poco a nord di Frosinone, per conquistare con manovra ad
uncino il principale obiettivo i Colli Albani allo scopo di tagliare al nemico le
comunicazioni a sud di Roma, consisteva in uno sbarco di una divisione e servizi
nella zona di Anzio, piccola e ridente città a 53 km a sud di Roma (con Nettuno a
circa 1,5 Km di distanza verso est), e che distava 55 miglia dal Garigliano, il
principale ostacolo sul fronte della 5
a
Armata statunitense.
Le spiagge presso Anzio e Nettuno erano adatte a sbarchi anfibi e il terreno
aperto della piana costiera, bassa e senza alture di rilievo era favorevole alla manovra,
dove le forze da impiegare potevano percorre le buone strade che conducevano ai
Colli Albani, distanti da Anzio circa 20 miglia, e da Roma circa 15 miglia. Situati tra
le due principali strade consolari SS.7 Appia e SS.6 Casilina, i Colli Albani erano
l’ultima barriera che i tedeschi potevano utilizzare per non permettere agli Alleati di
raggiungere la Capitale d’Italia. Uno sbarco di sorpresa ad Anzio dietro le linee
nemiche poteva trasformare lo statico fronte della campagna d’Italia fino ad allora
seguito, in una rapida guerra di movimento ove la superiorità dei mezzi da
combattimento degli Alleati, sostenuti da una forte aviazione, poteva essere
vantaggiosamente sfruttati. Era per questi motivi che la scelta di Anzio, in un
momento in cui l’avanzata Alleata, tra Ortona e Gaeta passando per Cassino non
faceva progressi, era praticamente indispensabile.
Il generale Claude Alexander, Comandante del 15° Corpo d’Armate, e quindi
principale responsabile della campagna in Italia, su questa scelta è stato molto chiaro.
Nel suo piano d’azione “contava
su questo assalto laterale per stornare notevoli
forze nemiche dal fronte principale, dove il terreno favoriva grandemente i
difensori”.
Ma, per le scarse forze impiegate e in previsione di una pronta reazione
tedesca “era
essenziale che le truppe sbarcate dal mare si unissero rapidamente con
le forze principali che arrivavano da sud”.
1
L’operazione terrestre della 5
a
Armata ebbe inizio il 1° dicembre, ma poiché
non faceva progressi per la tenace resistenza del nemico sul fronte di Cassini e del
Garigliano, il generale Alexander era propenso di sospendere l’operazione “Shingle”.
Claude Alexander,
Relazione sulla campagna d’Italia,
traduzione dello Stato Maggiore
dell’Esercito Ufficio Storico.
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Essa era stata approvata dal genera Eisenhower, che l’aveva discussa fra la fine di
ottobre e i primi di novembre del 1943, con i suoi comandanti subordinati che si
dichiararono favorevoli, prendendo però varie ipotesi di sbarchi, per sostenere
l’avanzata dell’Esercito sulle coste del Mar Tirreno, come il generale George Patton
aveva fatto sulle coste settentrionali della Sicilia durante la sua avanzata su Messina,
con la tattica del “salto
della rana”,
attuata nel Pacifico contro i giapponesi.
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Al centro il generale Harold Alexander, Comandante del 15° Gruppo d’Armate, a destra il generale Mark Clark
Comandante della 5
a
Armata statunitense, a sinistra il generale Oliver Leese comandante dell’8
a
Armata
britannica.
Ma per realizzare gli sbarchi il problema principale risiedeva sull’assicurarsi di
un numero sufficiente di navi da sbarco, poiché era stato stabilito che il 15 dicembre i
due terzi delle 90 principali unità anfibie presenti nel Mediterraneo, le navi da sbarco
per carri armati LST, dovevano essere lasciate libere per l’impiego in altri settori per
operazioni già programmate. I vari comandanti, di fronte a questa prospettiva,
dichiararono che occorreva trattenere quel naviglio oltre il 15 dicembre, se si voleva
realizzare un’operazione anfibia in appoggio all’offensiva che avrebbe scatenato il
15° Gruppo d’Armate del generale Alexander su tutta la linea del fronte di Cassino.
L’8 novembre Alexander diede istruzioni al comandante della 5
a
Armata per
Francesco Mattesini,
La Marina e l’8 settembre”, I Tomo, “Le ultime operazioni offensive
della Regia Marina e il dramma della Forza Navale da Battaglia”;
II Tomo, “Documenti” (in
massima parte in fotocopia dall’originale), Ufficio Storico della Marina Militare, Roma, 2002.
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preparare un piano di sbarco, da fornire come guida d’impiego al suo Stato Maggiore,
piano che, con il nome in codice di “Shingle”, stabiliva che l’operazione anfibia
doveva essere coordinata con l’offensiva con attacco frontale della 5
a
Armata per
minacciare le retrovie tedesche a sud di Roma. Il piano fu approvato il 25 novembre
dal tenente generale Clark. Ha scritto al riguardo lo storico statunitense Martin
Blumenson:
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Uno sbarco anfibio ad Anzio doveva aver luogo dopo che la Quinta Armata
aveva raggiunto la linea Capistrello – Ferentino – Priverno, presso Frosinone
(circa 40 miglia a sud-est di Roma) e se fosse stato pronto ad effettuare un attacco in
forze verso i Colli Albani.
Il contingente di Anzio doveva essere modesto e la sua azione sussidiaria. La
sua funzione era di aiutare le forze principali della Quinta Armata nella loro azione
per conquistare il complesso dei Colli Albani. Secondo Clark erano le forze
principali della Quinta Armata che dovevano conquistare il complesso dei colli.
Lo sbarco ad Anzio, fu deciso il 7 dicembre in una conferenza al Cairo,
presenti Churchill, e i generali Eisenhower, Alexander e Maitland Wilson, in quanto
quest’ultimo destinato a sostituire tra qualche giorno Eisenhower, che doveva
trasferirsi in Inghilterra per assumere il comando delle forze da sbarcare in
Normandia. Con un Eisenhower riluttante, Wilson che non conosceva la situazione,
Churchill e Alexander ebbero buon gioco a realizzare l’operazione anfibia quando la
5
a
Armata fosse giunta a Ferentino, poco a nord di Frosinone. La “Shingle” doveva
allora essere attuata senza tener conto di quale sarebbe stata in quel momento la
situazione della 5
a
Armata.
Il generale Clark protestò. Essendo sempre più impantanato in una offensiva a
Cassino che non faceva progressi, propose che “l’attacco
su Anzio venisse sferrato
senza attendere che l’attacco sul fronte di terra giungesse a distanza di reciproco
appoggio”.
Clark era convinto che una volta avesse consolidato la testa di ponte, e
fosse stato rinforzato in continuazione via mare, poteva restare separato dalla 5
a
Armata, per più di sette giorni, durante i quali con la sua semplice presenza in
profondità nelle retrovie tedesche avrebbe costituito una minaccia per il nemico e
facilitato l’avanzata verso Roma della 5
a
Armata.
Pertanto, “questa
situazione consigliò una revisione radicale dell’operazione
progettata”,
che fu rimessa in discussione a Tunisi il 25 dicembre, giorno di Natale,
in una speciale conferenza presieduta da Churchill. ma in forma diversa, poiché
l’impiego nello sbarco prima dell’alba della sola “3
a
Divisione di Fanteria Americana
con sette giorni di rifornimenti e nessun seguito, per tenere la testa di sbarco fino a
quando la 5
a
Armata non fosse arrivata a Frosinone a prendere sottobraccio le
Ufficio Storico dell’Esercito U.S.A.,
Decisioni di Comando,
Studio n. 13,
Il Generale
Lucas ad Anzio,
Castle Books, 1954, p. 318-320.
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5
truppe di Anzio ed a cacciare i Germanici a settentrione di Roma”,
aveva perduto il
suo scopo. Frosinone risultava ormai irraggiungibile dalla impantanata 5
a
Armata per
appoggiare lo sbarco ad Anzio, che poteva essere realizzato soltanto con grave rischio
per le truppe che vi partecipavano.
4
Churchill essendo molto preoccupato di come si svolgeva la campagna d’Italia,
era convinto che chiunque tenesse Roma controllava l’Italia, e che sarebbe stata una
pazzia invadere prima la Francia, come volevano gli statunitensi, che intendevano
sbarcarvi nel mese di maggio, senza aver prima preso Roma. Eisenhower, il cui
obiettivo primario era lo sbarco in Normandia, protestò ritenendo le due divisioni da
impiegare nella “Shingle” insufficienti, ma inutilmente, mentre Alexander si piegò al
volere del Primo Ministro.
Fu deciso che per lo sbarco ad Anzio, da realizzare il 20 gennaio invece del 25
come prima stabilito, sarebbero state impiegate due divisioni, aggregandovi su
insistenza di Churchill una britannica, “senza
riguardo alla probabilità di una
sollecita riunione con la 5
a
Armata, nella speranza di facilitare la prossima avanzata
di quest’ultima col distrarre forze nemiche dal fronte principale”.
Una nuova
offensiva doveva realizzarsi lungo il corso del Garigliano il 17 gennaio cinque giorni
prima dello sbarco, iniziando con l’attacco del 10° Corpo d’Armata britannico a cui
sarebbe seguito il 20 gennaio l’attacco del 2° Corpo statunitense, con la 36
a
Divisione
(generale Fred Walker) poco a sud di Cassino. L’obiettivo, superare il fiume Rapido,
e più a est il Garigliano, portandosi in profondità e ricongiungersi con il 6° Corpo di
Anzio entro 48 ore.
5
Con quest’attacco Clark intendeva anche attirare le divisioni di
riserva tedesche 29
a
e 90
a
Granatieri corazzati (Panzer Grenadier), entrambi poco
distanti da Anzio.
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L’operazione “Shingle”, avversata dai generali per la sua
pericolosità e incognita fu definita dallo storico Morison “la
creatura particolare del
Signor Churchill”.
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Adesso occorreva trattenere le navi da sbarco che dovevano lasciare il
Mediterraneo, e ciò fu discusso nei giorni 7 e 8 gennaio 1944 in una conferenza
speciale sull’operazione “Shingle” tenuta nella Villa Taylor di Marrakesh, dove
Churchill era convalescente per una polmonite. Erano presenti i generali Wilson,
Alexander, Walter Bedell Smith, Capo di Stato Maggiore del generale Eisenhower, e
l’ammiraglio John Cunningham, Comandante della Flotta del Mediterraneo
(Mediterranean Fleet), ma senza la presenza dell’ammiraglio Frank J. Lowry, il
Comandante della Forza d’Attacco destinata all’operazione “Shingle”, e dei generali
Clark e Lucas, Comandante del 6° Corpo della 5
a
Armata, e che non furono invitati, i
quali inviarono, a richiesta, propri rappresentanti.
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Samuel Eliot Morison,
Sicily – Salerno – Anzio January 1943 – June 1944,
S cit., p. 69-
70.
S.W. Roskill,
The War at Sea 1939-1945,
Volume III,
The offensive;
Part I, HMSO,
London, 1960, p. 297-298.
6
Dominick Graham – Shelford Bidwell,
La Battaglia d’Italia
(dall’inglese
The Battle for
Italy, 1943-1945),
Rizzoli, Milano, 1989, p. 144.
7
Samuel Eliot Morison,
Sicily – Salerno – Anzio January 1943 – June 1944,
cit., p. 325.
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